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Cosa mangiare a Venezia per risparmiare

Venezia è famosa per essere una bellissima città ma anche per essere piuttosto cara! In realtà, esistono diverse modalità per fare una gita nella Laguna con un budget ridotto. In questo articolo vedremo come fare per mangiare a Venezia senza spendere troppo.

06 novembre 2024
tempo di lettura: 3 min

Venezia è un sogno. Ogni anno i suoi canali, i suoi monumenti e i suoi scorci magici attirano milioni e milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo. I turisti percorrono le strade e le acque della Laguna ogni giorno per scoprire le sue bellezze, dando un bel da fare a tutti coloro che operano nel settore dell’accoglienza.

 

Le regole dell’economia prevedono che il costo dell’offerta aumenti laddove c’è tanta domanda. Quindi, non c’è da stupirsi se i prezzi di alcuni servizi veneziani possono essere un po’ alti. In particolare, mangiare a Venezia può rivelarsi decisamente costoso per chi può contare su un budget contenuto. Quante volte, sui social e sulla stampa, sentiamo parlare di ristoranti veneziani che sconvolgono i clienti chiedendo cifre da capogiro anche per consumazioni modeste?

 

Queste brutte sorprese possono intimorire gli aspiranti turisti, ma non c’è da preoccuparsi: la Laguna riserva occasioni adatte a tutti. In questo articolo scopriremo qualche dritta per godersi Venezia anche dal punto di vista gastronomico senza spendere una fortuna e senza doversi rifugiare per forza nei fast food delle grandi catene.

Che cosa si mangia a Venezia a poco prezzo?

Partiamo dalla basi: quali sono i piatti tipici di Venezia che costano meno? La prima pietanza che salta in mente sono i cosiddetti cicchetti, vera e propria istituzione della cucina veneziana. Con questo nome, che deriva dal termine latino ciccus (piccola quantità), si fa riferimento a degli stuzzichini di qualità composti da ingredienti diversi, un po’ come le tapas spagnole. Solitamente i cicchetti vengono realizzati con pesce, carne o salumi, serviti su pane o polenta sia caldi che freddi. Oggi queste piccole squisitezze sono perfette per fare aperitivo, prima di pranzo o di cena. In passato, però, erano veri e propri pasti, poiché già nel 1200 venivano consumati dai commercianti più frettolosi per ottimizzare il tempo tra un affare e l’altro.

 

Un’altra specialità veneziana piuttosto economica è il celeberrimo tramezzino. In realtà, questa pietanza non è originaria della Laguna, ma deriva dalla tradizione anglosassone. Furono Angela Demichelis e il marito Onorino Nebiolo a portare questi panini a Torino nel 1925, dopo un viaggio in America. I tramezzini, infatti, derivano dai cosiddetti tea sandwich, panini che venivano consumati durante l’ora del tè. Il nome italiano fu coniato nientepopodimeno che da Gabriele D’Annunzio in persona, il quale prese spunto dal termine tramezzo per indicare il momento a metà strada tra la colazione e il pranzo. Questi panini al latte farciti solitamente con salumi, formaggi e verdure diventarono presto di gran moda, in particolare a Venezia dove oggi el tramesin è un grande classico. Assolutamente da provare per mangiare qualcosa di gustoso e non troppo caro.

A proposito di gusto, un’altra ricetta economica tipica di Venezia sono le sarde in saor. Questo piatto ha una storia molto antica e deve tutto al legame tra la città e la navigazione. I marinai della Serenissima, infatti, erano soliti trascorrere molto tempo in mare e questo poneva diversi problemi per quanto riguardava il sostentamento di tutta la ciurma. La ricetta delle sarde in saor nacque proprio per conservare il pesce a bordo delle navi anche per lunghi periodi, così da poterlo mangiare a distanza di tempo. Le sardine, quindi, venivano fritte in olio e poi marinate con una salsa composta da cipolla e aceto, l’ingrediente speciale in grado di mantenerle commestibili a lungo. Oggi questi pesciolini super saporiti, consumabili anche freddi, sono un piatto tipico della cucina veneziana, un antipasto che non stanca mai.

 

Per quanto riguarda i primi piatti di Venezia, invece, una ricetta economica ma incredibilmente appetitosa è quella dei bigoli in salsa. Questi spaghetti grossi e ruvidi, tipici del Veneto, vengono conditi con una salsa saporita composta da sarde, cipolle e olio d’oliva. Un piatto perfetto per tutti gli amanti della pasta e del pesce, che da tradizione veniva consumato nelle giornate di magro (come la vigilia di Natale e il Venerdì Santo), ma che oggi, volendo, può essere apprezzato tutti i giorni! Un primo piatto davvero gustoso e, soprattutto, ancora abbordabile economicamente.

Dove costa meno mangiare a Venezia

Venezia è composta da sei quartieri, che vengono chiamati sestieri: San Marco, San Polo, Dorsoduro, Cannaregio, Castello e Santa Croce. Ognuna di queste zone è piena di locali in cui i turisti possono sedersi a gustare un bel boccone, ma il primo consiglio da tenere a mente è che, per risparmiare, è meglio evitare di farlo nei punti più centrali come Santa Croce e San Marco. Come in tutte le città, infatti, le vie più vicine al centro storico e maggiormente frequentate dai turisti sono anche quelle dove i servizi, tra cui i ristoranti, possono costare di più!

 

A Venezia, però, è diffusa una realtà che va assolutamente scoperta. Stiamo parlando dei cosiddetti bacari, locali storici molto amati dai giovani e dai residenti. Queste piccole osterie (anche se questo termine è improprio) hanno origini antiche e ancora dibattute. Il nome, infatti, potrebbe derivare da Bacco, dio del vino, o dall’espressione “far bàcara” (che in dialetto significa “fare festa”) o ancora dal termine con cui venivano chiamati i venditori di vino che arrivavano a Venezia. Come si può intuire, il vino è un elemento caratteristico di queste taverne, dove si può assaporare un calice o uno spritz accompagnato dai famosi cicchetti. Il bicchiere di vino, in gergo, si chiama ombra, perché un tempo gli abitanti della Laguna usavano proprio l’ombra del campanile della basilica di San Marco per proteggere la bevanda dal sole.

Per i veneziani doc, i bacari (altamente presenti sia nel sestiere Cannaregio che San Polo), sono principalmente luoghi per fare aperitivo o per fare tappa durante una serata di divertimento. Solitamente, infatti, sono locali molto essenziali, con pochissimi posti a sedere. La fascinazione del pubblico per queste attività così caratteristiche, però, ha fatto sì che col tempo molte di loro si adattassero alle esigenze dei turisti. È per questo che oggi diversi bacari si sono attrezzati per servire ai clienti altre pietanze tipiche della cucina veneziana, come le sarde in saor, i tramezzini e i bigoli.

 

Ovviamente i bacari non sono l’unica opzione per mangiare spendendo poco a Venezia. Questa città magica offre ristoranti, trattorie e osterie caratterizzati da menu con prezzi ancora accessibili. L’importante è saper cercare, magari stando attenti a seguire le orme degli studenti e dei residenti! In particolare, i sestieri Cannareggio e Dorsoduro possono riservare belle sorprese a chi vuole mangiare spendendo poco. Il primo è ricchissimo di locali abbordabili e caratteristici, soprattutto nella zona del suggestivo Ghetto Ebraico. Il secondo, invece, è una zona artistica ancora poco frequentata dalle folle di turisti che ogni giorno visitano la città.

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